MARCHISIO JUVENTUS INTER - Tutti siamo curiosi di sapere cosa ne pensano gli altri della finale di Coppa Italia tra Inter e Juventus che andrà in scena questa sera. Claudio Marchisio ne ha parlato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole.
"Quando arrivi alla fine di una stagione guardi il percorso, in crescita dopo una partenza preoccupante. Dovendo esprimere un voto, con la coppa arriverebbe alla sufficienza. Senza, per come è abituata, no".
"A inizio anno per me l’Inter era nettamente la più completa e la più forte, poi la Juventus pian piano, con i suoi difetti che ci sono tuttora, si è avvicinata. Anzi, l’ultima sfida in campionato poteva essere un ‘colpo gobbo’ per andarsi a giocare lo scudetto Ero allo Stadium e mi ricordo di un’Inter svuotata, stanca, fisicamente e mentalmente: era una partita difficile per loro, la Juve per demeriti suoi non è riuscita a portarla a casa. Per la situazione di allora dei nerazzurri, ma anche di Milan e Napoli che non riuscivano a fare lo sprint per staccarsi, sarebbe stata una bella spinta psicologica, anche in virtù dei giocatori di esperienza che ha ancora in spogliatoio. Poteva davvero arrivare a uno scudetto impensabile".
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"Non voglio cadere nell’errore di credere di sapere che cosa pensi Allegri e quali fossero i suoi obiettivi. È stata una stagione con varie svolte, la prima con l’addio di Ronaldo, poi l’infortunio di Chiesa, poi l’arrivo di Vlahovic. Cambi che hanno imposto mutazioni tattiche. Manca è un vero play, ma penso che in estate ci possa essere anche un altro problema in difesa: Chiellini smette, Bonucci dovrà gestirsi di più. Bisognerà capire cosa succede con De Ligt, ma serviranno innesti. Così come in attacco, dove si perderà un giocatore, Dybala, che ha dato gioie e dolori, ma che ha sempre avuto grandi numeri".
"Non sarà facile: il mercato europeo di alto livello ha cifre esorbitanti e bisognerà capire quale sarà la linea, se cercare un talento giovane che può avere un grande futuro o puntare su un campione già fatto. Quando i rapporti si chiudono in quel modo credo che gli errori si facciano da tutte e due le parti, come nei matrimoni. Non entro nel merito di come sia andata, è vero che negli ultimi anni è stato altalenante ma stiamo parlando di un talento puro e di un uomo da 115 gol. Non aver trovato un punto d’incontro in questi anni è stato un danno per entrambi: la Juve ha avuto un giocatore non libero di testa. A volte gli infortuni nascono anche per questo".
"Sì, gli ultimi due hanno nell’indole la capacità di sacrificarsi e Paulo ora è mentalmente libero e trova le giocate. Lui e Lautaro possono essere gli uomini decisivi, ma occhio anche al duello in mezzo fra Barella e Rabiot".
"Rovella è quello con più esperienza, conosco molto bene Fagioli, un vero talento. Mi aspettavo che avesse una occasione dopo la mia partenza, in una Juve che era ancora vincente, non c’è stato coraggio. Miretti è appena arrivato, ha fatto un percorso uguale al mio, ma è un giocatore diverso. Io dopo l’anno di B andai a Empoli un po’ storcendo il naso, ma quella stagione mi servì tantissimo. Forse serve anche a lui".