CHIELLINI JUVENTUS INTERVISTA - Queste le parole di Giorgio Chiellini, ormai ex calciatore della Juventus, in una lunga intervista a Sportweek.
"Se fossimo andati in Qatar avrei continuato perché volevo provare a cambiare la mia storia con il Mondiale, che non è mai stata felice. Ci ho provato con tutto me stesso, ma non ci sono riuscito. Nel 2010 siamo usciti in malo modo in un girone più che abbordabile, nel 2014 eravamo partiti alla grande ma ci siamo complicati la vita perdendo il posto da testa di serie perché poi abbiamo giocato in condizioni davvero proibitive, con viaggi, orari e caldo folli. Nel 2018 non ci siamo nemmeno qualificati e io avevo questo grande rammarico. Pensi che se ci fossimo qualificati per la Russia avrei lasciato la Nazionale dopo quel Mondiale. E probabilmente avrei fatto male, perché poi ho avuto i miei anni migliori".
"La Juve è stata la più grande fortuna della mia vita, ma sarebbe stato più semplice restare nel giro della Nazionale se fossi rimasto alla Fiorentina, giocando con più continuità. Forse se il trasferimento fosse slittato sarei entrato nella rosa del Mondiale, ma magari non ero nemmeno pronto. Però me lo sono goduto da familiare e tifoso. Dopo la semifinale chiamai il mio agente, Davide Lippi e gli dissi: 'Io a Berlino ci devo essere'. Con Buffon, Cannavaro, Del Piero e Zambrotta avevo condiviso l'anno di Juve, c'erano tanti miei amici. Nei filmati ci sono io con in braccio la figlia di Fabio, Martina. Ho pianto di gioia e mai avrei pensato, a distanza di 15 anni, di provare emozioni mille volte più forti alzando un trofeo da Capitano".
"È l'aspirazione massima di ogni bambino. E' l'unica che unisce tutto il Paese e per questo ha un valore emozionale che va ogni oltre club. Ho avuto la fortuna di fare tutte le Nazionali giovanili, dall'Under 15 in poi. Abito a Coverciano dal lontano 1999 e ho vissuto tutte le maglie azzurre con grandissimo orgoglio. Ho affrontato giocatori che poi hanno fatto la storia, come Tevez e Mascherano. Ricordo un torneo Under 17 in cui siamo usciti contro la Spagna di Torres e Iniesta. Non potevo immaginare che li avrei incontrati per 20 anni di carriera. La mia rivalità storica non è con un giocatore, ma con una squadra: i giocatori di Barcellona e Real Madrid sono stati quelli che mi hanno fatto più penare. Ho perso spesso, però ho vinto anche partite che hanno compensato tutto il resto".