SZCZESNY MALORE JUVENTUS SPORTING LISBONA- Attimi di apprensione in casa Juventus, con uno stadio che trattiene il fiato. Szczesny ha da poco compiuto due parate importanti ma, qualche minuto dopo, effettua un rinvio corto. Quasi mancasse la forza alle gambe del portiere. Lo Stadium rumoreggia: la Juve non sta giocando bene e un regalo così allo Sporting Lisbona potrebbe essere fatale. Poi, tornato in porta, il portiere avvisa i compagni, si tiene il petto, respira male accusa un malore. La paura pervade i bianconeri e i circa 40.000 dell'Allianz oltre, ovviamente, l'estremo difensore polacco. Che esce in lacrime, in attesa dei primi esami.
Saranno tutti incoraggianti: elettrocardiogramma, tenuta fisica. Tek sta bene. Che cosa, dunque, ha scosso così il portierone della Juve?
Cosa ha causato tale sensazione a Szczesny, Tek per amici e addetti ai lavori bianconeri?
Fiato corto, mano al petto, terrore che pervade testa, cuore e corpo. La sensazione della fine e l'incapacità di reagire a qualcosa che non sappiamo controllare. No, non è un infarto (compagni e staff medico sembrano averlo capito immediatamente, dal modo in cui è stato soccorso il numero 1 della Vecchia Signora), ma qualcosa di quasi altrettanto terribile.
Chi l'ha provato, purtroppo, ha riconosciuto immediatamente i sintomi dell'attacco di panico nel ragazzone polacco. Che esce, sconsolato e in lacrime, supportato dai compagni di squadra, dal pubblico, ma anche dai giocatori avversari.
La paura passa in fretta: vedere Szczesny ridere abbracciato a Perin, compagno in porta di una vita ed eroe (sportivo) per una sera, nelle interviste post-gara fa tirare a tutti un grande respiro di sollievo. Che scaccia tutti i più oscuri nuvoloni dalla salute e dalla carriera dell'estremo difensore, ma accende i riflettori su qualcosa che, ancora troppo spesso, è sottovalutato.
Allora stringiamoci nell'abbraccio a Tek e al sospiro di sollievo, ma speriamo anche che un evento così, in diretta, possa portare sempre più luce in un mondo che troppo spesso rimane al buio. Perché sì, si può interpretare l'idea del calciatore invincibile che diverte e si diverte davanti a milioni di spettatori e telespettatori, ma si può anche dimostrare quanto ognuno di noi sia vulnerabile davanti al panico che ci attanaglia.
Oggi stai bene Tek e noi di Junews.it ci stringiamo intorno a te con sempre più affetto: vederti uscire in lacrime, terrorizzato come ciascuno di noi quando si trova a combattere la propria guerra, ci ha fatto male e ci ha fatto immedesimare in te. Ma ci ha anche fatto pensare che quelle lacrime e quella paura siano state sconfitte nell'unico modo possibile: insieme a chi ci sta accanto, che siano migliaia di tifosi di uno stadio o poche persone intime che, con il loro affetto, aiutano a non permettere alla paura di vincerci.
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