Spagna-Brasile: l'amichevole simbolo dell'Italia che non va

28 Marzo 2024
- di
Redazione JN
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Il Santiago Bernabéu durante Spagna-Brasile
Tempo di lettura: 3 minuti

Dal nostro inviato dal Santiago Bernabéu di Madrid, Michele Cardani

SPAGNA BRASILE NAZIONALI ITALIA- Nella settimana in cui la Nazionale affronta Venezuela ed Ecuador in una tournée tutta americana, nel vecchio continente vanno in scena Inghilterra-Brasile a Wembley e poi, nell’ultima giornata di amichevoli tra nazionali, Spagna-Brasile. In un Santiago Bernabéu festante e gremito di 68mila spettatori nonostante il freddo inusuale, lo spettacolo offerto da due amichevoli di primo livello (proprio come quelle chieste dal CT Spalletti) mostra il solco (di pensiero prima che di realtà calcistica) tra l'Italia del pallone e l'élite del calcio mondiale.

Nazionali : impietoso confronto tra Spagna - Brasile e le scelte dell' Italia

Seppur entrambe le partite siano state vinte dall’Italia (mestamente, però, cioè sanza 'nfamia e sanza lodo), il nostro calcio, non certo al suo zenit, e la Nazionale, non certo nel suo momento migliore, sembrano essere ormai relegati ad un intrattenimento di seconda fascia.

Non ce ne vogliano Venezuela ed Ecuador, ma è chiaro che i test non sono comparabili né per fascino, né per rose, né per location (volendo fare gli americani). Lo conferma anche lo share: Italia-Venezuela è stata seguita da 3,85 milioni di spettatori (23.1% di share); Italia-Ecuador da 5,10 milioni (25,7% di share). Impietoso il confronto con una Spagna-Brasile da 8,3 milioni di spettatori (28,3 % di share) secondo RTVE, la televisione pubblica spagnola che trasmetteva l’incontro. 

Vero, certamente, che l'Italia appare in una fase di ricostruzione e di consolidamento in vista dell'Europeo, ma è vero anche che poco si è visto di nuovo e che la scelta di una tournée oltre oceano contro squadre di fascia medio bassa (Ecuador trentunesimo, Venezuela cinquantaduesimo) appare più legata a un desiderio di monetizzare ed esportare il brand Italia rispetto a una vera crescita calcistica.

Un po' di Italia (e di Juventus) in Spagna - Brasile

Se proprio si volesse trovare una nota positiva per l'Italia e per la Juventus, si può soltanto citare la titolarità di Danilo, che svolge il compitino soffrendo Nico Williams senza sbavare eccessivamente, offrendo una prestazione appena sufficiente. E infatti i tre gol spagnoli, come del resto la maggior parte delle giocate pericolose, arrivano dal lato di Wendell, che se la deve vedere con un Lamine Yamal sugli scudi. Poi, di positivo, nient’altro.  

Sì, perché Bremer, l’unico altro “italiano” fra i convocati e incluso all’ultimo da Dorival Júnior nella lista dei ventisei per rimpiazzare Gabriel Magalhães, rimane in panchina durante tutta la durata dell’incontro. E questo Brasile non è certo quello più glorioso che si ricordi, come ben si vede almeno nel primo tempo, in cui la squadra soffre parecchio l’autorità e il possesso palla della Spagna.  

Spagna - Brasile - Italia , una differenza di mentalità

Altro spunto di riflessione può certamente essere quello dell'età della rosa e delle scelte sugli eventuali prospetti. Nella settimana in cui ci aggrappiamo all’oriundo Retegui per sopperire alle carenze tecniche nostrane, infatti, il CT della Spagna Luis De la Fuente lancia senza timori il diciassettenne Pau Cubarsí (il centrale difensivo più giovane ad esordire con la Roja) e si affida contro il Brasile all’imprevedibilità e al talento del sedicenne blaugrana Lamine Yamal, già citato, che senza timori riverenziali (ma d’altronde gioca con continuità nel Barça) fa venire il mal di testa alla difesa brasiliana durante tutta la partita. Yamal si procura un rigore, partecipa alla giocata che porta al rigore del 3-2 con un filtrante raffinatissimo ed esce fra gli applausi e le ovazioni dell’esigente pubblico del Bernabéu, non certo magnanimo, in generale, con chi non veste di blanco (chiedere a Morata per i fischi ricevuti, che hanno provocato una reazione indignata di De la Fuente nel dopopartita).  

Anche il CT brasiliano, come anche già fatto contro l’Inghilterra, butta nella mischia un altro diciassettenne, Endrick, che segna il suo primo goal nella sua nuova casa dopo aver già lasciato il segno a Wembley. Prova, questa, che è proprio l’Italia l’anomalia, soprattutto tenendo conto che l’amichevole è stata approcciata da entrambe le squadre come uno scontro ufficiale, combattuto fino al 95’, con screzi e scaramucce in campo e polemiche dopo il triplice fischio, vista l’assenza del VAR e l’assegnazione di tre rigori alquanto dubbi, soprattutto quelli incassati da Bento. Che di amichevole ci fosse ben poco lo dimostrano i pensieri del presidente della Federazione brasiliana, che ha dichiarato che esigerà la presenza del VAR in ogni partita giocata dalla selezione nazionale, amichevole o meno. 

L' Italia , le Nazionali e il caso Acerbi

Nella settimana in cui il calcio italiano è alle prese con un altro caso di razzismo (forse, perché Acerbi è stato assolto), l’amichevole del Bernabéu si è disputata nel nome della lotta al razzismo. In particolare con la scritta Una misma pel (una sola pelle) in risposta ai troppo numerosi “Buuu!” contro Vinicius Junior. Un’altra lezione alla nostra federazione e ai nostri club. L’erba del vicino è sempre la più verde. Quella del Bernabéu, poi... 

Michele & Martino Cardani

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