Cristiano Ronaldo: "L'età non conta: dipende tutto dalla testa e dalle motivazioni"

15 Dicembre 2020
- di
Redazione JN
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CRISTIANO RONALDO INTERVISTA - Un Cristiano Ronaldo diverso, per gli argomenti trattati, quello che si è presentato ai microfoni di DAZN nel corso di un'intervista doppia col pugile kazako Gennady Golovkin. Ecco le parole del campione portoghese, il quale ha parlato anche della sua passione per gli sport di combattimento.

L'intervista a Cristiano Ronaldo: la cura del corpo

"L'età? A 33 anni inizi a pensare di essere in discesa ma io voglio continuare a giocare a calcio. La gente potrebbe pensare: "Cristiano è stato un giocatore incredibile ma adesso è lento". Non voglio che questo accada. Puoi prenderti cura del tuo corpo ma non è questo il problema. Dipende dalla tua testa, dalla tua motivazione ed esperienza. Federer ad esempio ha 39 anni ed è ancora al top".

Ronaldo ripercorre i suoi inizi

"Le circostanze in cui cresci induriscono la tua personalità e il tuo carattere. Sono nato sull'isola di Madeira e all'età di 11 anni lo Sporting è andato a parlare con i miei genitori. Hanno detto loro che erano interessati ma mi sarei dovuto trasferire a Lisbona. Quando ho parlato con loro mia madre mi ha detto: "Figliolo, se è così e vuoi, vai". Ho pianto tutti i giorni perchè mi mancavano. Questo è stato il mio momento più difficile al pari della perdita di mio padre. Penso che sia bello avere emozioni, non nascondono chi siamo. Chi ha detto che gli uomini non piangono. Tutti abbiamo sentimenti e dobbiamo esprimerli".

Cristiano Ronaldo: l'intervista doppia con Golovkin

"La boxe? Giocare a calcio è la mia passione, ma poi guardo altri sport in televisione. Tra una partita di calcio o un match di boxe o UFC, scelgo la seconda opzione. Non credo che avrei potuto fare il pugile, è dura. Penso di essere nato per essere un calciatore professionista, pensavo di avere quel dono sin dall'inizio e mi sono detto coglierò questa opportunità con le mie mani. La boxe è più difficile perchè quando gareggi sei solo. Lavori in palestra, hai la tua squadra, ma poi loro non salgono sul ring con te. Nel nostro caso è diverso perchè ci alleniamo insieme, ridiamo, è un tipo di sacrificio diverso. Quando ero al Manchester United un allenatore faceva boxe con me. Penso che praticarla possa fare bene a un calciatore perchè acuisce i tuoi sensi e impari a muoverti. Io e Golovkin siamo cresciuti in ambienti e culture diverse. E' stata dura perchè proveniamo da famiglie umili, non eravamo ricchi, quindi dovevi lottare per la tua vita".

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