JUVENTUS DANILO INTERVISTA - È forse il giocatore che maggiormente ha goduto dell'avvento di Andrea Pirlo sulla panchina bianconera. Sempre presente in campo da titolare, schierato da laterale o da centrale difensivo a seconda di esigenze o necessità, Danilo sta certamente disputando la sua miglior stagione con la maglia della Juve. Intervistato da TNT Brasil, il giocatore ex Porto si è raccontato così.
"Penso che dopo la mia partenza da Porto, questo è il momento in cui sto avendo più continuità. E questo è quello che ho sempre cercato. Forse per la mia carriera avevo bisogno di avere continuità. Ho sempre detto di essere un giocatore che più giocavo, meglio mi sentivo. Molte volte, ci sono alcuni giocatori che dopo 5 o 6 partite di fila si sentono stanchi, io no. Al contrario, ho bisogno di giocare più partite per avere più continuità, per sentirmi sempre meglio. Quindi ora sono molto soddisfatto. Prima di tutto, sono molto felice per giocare tutte queste partite consecutive. Poi sono felice per questo momento personale, che è certamente uno dei migliori della mia carriera, e poi per poterlo vivere alla Juventus perché è un club in cui mi sono identificato fin dall’inizio, dove sono stato trattato molto bene e penso che sia giusto ripagare con le mie prestazioni migliori, con le mie qualità migliori. Quindi sono molto contento, non solo per il mio momento personale, ma per poter ripagare la fiducia che il club ha riposto in me".
"Sono sempre stato un giocatore che ha giocato in diverse posizioni.Qui si pensa al calcio in modo diverso, come occupare meglio lo spazio, muoversi al momento giusto, e mi piace molto. Mi piace anche molto ammirare e osservare. Penso che un giocatore che sa osservare bene, sa anche giocare bene. Riesce anche ad avere una comprensione di tutte le posizioni. All’interno del reparto difensivo, dove ho sempre giocato, posso giocare in qualsiasi posizione perché mi sento molto a mio agio. Dal momento in cui l’allenatore e il suo staff mi hanno detto quale sarebbe stata più o meno il mio ruolo all’interno della squadra, mi sono sentito molto soddisfatto perché era un ruolo in cui mi sentivo bene. È un ruolo a cui sono più abituato, in cui mi sentivo davvero a mio agio, quindi abbiamo avuto un’intesa molto rapida, sia con l’allenatore che con lo staff. Il tipo di allenamento, il modo in cui mi hanno parlato, sia a me che alla squadra, hanno contribuito a farmi diventare un giocatore versatile e che gioca con continuità".
"Penso che rispecchi molto quello che era come giocatore. Non c’è da stupirsi che chi guarda da fuori percepisca davvero Pirlo sempre concentrato. Che parla meno rispetto ad altri allenatori, che si esprima meno, ma ha già dimostrato come giocatore, sempre molto tranquillo, con poche parole ma che sapeva rendere molto bene con la palla. Ha sempre avuto le idee chiare come allenatore, come comandante della squadra. E questo credo sia stato un punto importante per conquistare il gruppo, per essere in grado di far seguire le sue idee dalla squadra".
"Questo credo sia la cosa più importante per il lavoro di un allenatore. Ovviamente anche le decisioni su chi far giocare e chi no o i cambi durante la partita, anche questo è importante. Ma fare in modo che la squadra ti segua, che 20 giocatori seguano la tua idea di lavoro, l’idea di calcio, è la cosa più difficile. Lui è riuscito ad attuarla e a farsi seguire dalla squadra velocemente. Certo, non è molto facile adattarsi dopo un lavoro molto diverso da quello che avevamo prima, quindi ci vuole tempo, anche per i nuovi appena arrivati. Ma quello che ha da offrire di più il mister è riuscire a far seguire fedelmente dalla squadra le sue idee di calcio".
"Ho già visto e vissuto situazione ancora più complicate di questa, in termini di distanza di punti e alla fine della stagione le cose si sono ribaltate ed è finita che ho vinto il titolo. Abbiamo dimostrato di essere sulla strada giusta, in alcune occasioni. Una di queste è stata sicuramente la partita di Milano, poi anche la vittoria a Barcellona. Sono partite che dimostrano che siamo sulla strada giusta, che siamo competitivi e che possiamo lottare per tutto. In altre partite è naturale che si senta il cambiamento di lavoro, il modo diverso in cui giochiamo, l’inserimento dei nuovi giocatori. Ci sono una serie di fattori che non permettono di avere un rendimento regolare. Ma come ho detto, abbiamo dimostrato di essere sulla strada giusta e che stiamo facendo un lavoro che può portare frutti importanti. Credo anche che la Juve stia ingaggiando tanti nuovi giocatori. Credo che il lavoro sia stato fatto molto bene, ma ovviamente molta gente giudica i risultati, la distanza dalla prima, dalla seconda o dalla terza. Tra di noi c’è grande fiducia nel lavoro che stiamo facendo e che ci sono le condizioni per continuare a lottare per tutte le competizioni in cui giochiamo".
"Quando è uscito il sorteggio, confesso che è stata una sensazione un po’ strana e penso che lo sarà fino al momento del calcio d’inizio. Ho avuto una storia molto bella con il Porto. Sono stati quattro anni e mi sono identificato molto con il club, con la città. Ho anche una casa lì, quindi sarà una sensazione strana. Parlando di calcio, il Porto è una squadra di tradizione in Europa e quando ero lì volevo questo tipo di partite, volevo affrontare i più grandi club del mondo, volevo poter rendere la loro vita difficile e sono sicuro che è quello che pensano ora. Abbiamo ancora un po’ di tempo prima della partita, ma sarà sicuramente molto difficile perché ha tradizione, buoni giocatori e in queste grandi partite c’è una mistica strana che fa correre di più i giocatori, gli fa dare tutto, e quindi sarà difficile per noi. Naturalmente stiamo lavorando, cercando di evolvere ogni giorno. Sono sicuro che quando arriverà la partita saremo migliori anche in termini di gioco e per lo sviluppo della squadra. Ci servirà essere al meglio per essere in grado di passare il turno".