Antognoni: "Quella volta che dissi 'No' alla Juve"

6 Aprile 2024
- di
Redazione JN
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In foto Giancarlo Antognoni. Ecco la sua intervista a La gazzetta dello Sport in vista della gara Juventus-Fiorentina.
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ANTOGNONI FIORENTINA JUVENTUS - Ha parlato a La Gazzetta dello Sport Giancarlo Antognoni, ex campione del mondo e bandiera della Fiorentina. Proprio domani i Viola affronteranno la Juventus all'Allianz Stadium di Torino.

L'intervista ad Antognoni

Il rifiuto alla Juve nel 1978

"Ci fu una richiesta della Juventus, esplicita, fatta alla Fiorentina. Mi volevano. Venni convocato in sede, ne parlai con il presidente Rodolfo Melloni, mi disse che c’era questa opportunità. Lui era titubante, io ci pensai su, valutai pro e contro e alla fine decisi di non accettare. E dissi: no, grazie, resto a Firenze. (Ride) Altri tempi, vero? Non me ne sono mai pentito. Certo all’epoca qualche dubbio mi venne, come è normale che fosse. Ero giovane, apprezzato. E quella era la Juventus del Trap, la squadra più forte d’Italia che aveva già vinto un paio di scudetti. La Fiorentina invece finiva sempre lontana dalle posizioni di vertice...".

Il rapporto con Boniperti e l'Avvocato Agnelli

"L’Avvocato mi stimava, non l’aveva mai nascosto. Ogni tanto lo incrociavo negli androni degli spogliatoi, quando giocavamo contro la Juventus. In verità tornò sull’argomento una sola volta, nel 1982, proprio alla vigilia della finale mondiale con la Germania. Come sa, ero infortunato e quella finale non la giocai, stavo nella hall dell’albergo della Nazionale a Madrid, quando mi si avvicinò l’Avvocato. E mi disse: "Antognoni, lo sa che lei è stato l’unico giocatore ad aver rifiutato la Juventus?". Con Boniperti invece c’era un rapporto amichevole, ci si vedeva più spesso, conoscevo bene anche i suoi figlioli ma no, non abbiamo mai affrontato quella questione. Era una persona talmente rispettosa che non avrebbe mai detto qualcosa di inopportuno. Avevo detto no alla Juve, ed era finita lì".

Sicuramente avrebbe vinto di più alla Juve

"Questo è sicuro, ma va bene così. Tra l’altro tanti dei compagni - da Gentile a Cabrini, da Tardelli a Causio, da Zoff e Bettega, da Cuccureddu a Scirea - erano gli stessi che formavano l’ossatura della Nazionale. Mi ci sarei trovato a occhi chiusi. Ma la mia scelta è stata per Firenze, che mi ha gratificato in modo diverso, di tutto quell’affetto che mi ha accompagnato per anni e che sento ancora oggi. Forse l’ho meritato anche per quel rifiuto, chi lo sa".

I due gol segnati alla Juve

"Il primo nel maggio del 1975, 4-1 per la Fiorentina al Franchi, un diagonale preciso dentro l’area, su imbucata di Casarsa. Era il gol del momentaneo 2-0. E il secondo nel novembre del 1983, quella volta finì 3-3. Gol in tuffo di testa, tra l’altro, una rarità. La domanda è: che ci facevo in area di rigore? Di solito ci entravo davvero molto raramente. In quell’occasione mi feci quaranta metri palla al piede, allungai per Pasquale Iachini sulla fascia e andai in mezzo all’area a ricevere il cross: tutto perfetto".

La rivalità tra Juve e Fiorentina

"È una cosa che dura da un sacco di tempo. I fiorentini sono così. La Juve è la squadra da battere. Ci sono stati anni di grandi tensioni. Penso a quando - prima del Mundial 1982 - ce la giocammo punto a punto fino all’ultima giornata... Chi meritava quello scudetto? Diciamo che sarebbe stato giusto giocarcelo nello spareggio. E dieci anni dopo scoppiò la rivolta quando Baggio andò alla Juve, ma anche di recente, con le cessioni di Chiesa e Vlahovic, non è che i rapporti siano migliorati".

Sulla gara di domani

"Domani mi aspetto una gara molto equilibrata. Per quanto riguarda la Coppa Italia: la Juve con il 2-0 dell’altra sera contro la Lazio ha già un piede in finale, più dura per la Fiorentina, l’1-0 non ti dà certezze e a Bergamo al ritorno dovrà giocare una grande partita".

Sulla sua esclusione dalla società

"Ho avuto questa diatriba con la società, è cosa nota. Un matrimonio durato poco, mi hanno offerto un ruolo che non ho accettato: tutto qui.

Lui É la Fiorentina

"Vede, questo è quello che intendo per amore e quando sento qualcuno dire così mi fa felice e mi ripaga di tutto".

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