CANNAVARO INTERVISTA PIRLO CRISTIANO RONALDO - Il Capitano dell'Italia Campione del Mondo 2006 ed attuale tecnico del Guangzhou Evergrande, Fabio Cannavaro, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
"Andrea mi aveva preannunciato la volontà di allenare meno di un anno fa, in Germania, quando ci siamo incontrati per una partita dei Legends Azzurri. Ora ecco l’occasione: si è trovato nel posto giusto al momento giusto. Sono felice per lui, ma non sarà semplice. Si è parlato di lui come predestinato, ma i Guardiola e gli Zidane quando hanno iniziato avevano fatto qualche esperienza da tecnici. L’idea di calcio ce l’ha chiara, Andrea. Ma ora dovrà essere capace di trasmetterla a un gruppo. Non è così immediato.Un discorso è aver chiaro il modo in cui vuoi giocare, una cosa è farlo capire e condividere ai tuoi giocatori. Del resto se ha trovato difficoltà anche Sarri, che era troppo rigido".
"Andrea è ragazzo molto intelligente e queste cose le sa già. Avrà bisogno di tempo e di poter sbagliare. La società dovrà dargli questo tempo. Alla Juve non dovranno commettere gli stessi errori di dieci anni fa con Ciro Ferrara, che non è stato aiutato. Ma conoscono benissimo pro e contro di questa situazione. Sono organizzati per essere competitivi. Molto, comunque, dipenderà da come partirà la squadra. Dall’entusiasmo che ne deriverà".
"Se hai un giocatore del genere, il migliore, devi puntarci. Ma lui deve capire che, per quanto straordinario, ha sempre 35 anni. Ricordo che quando ero al Real, il tecnico Schuster in certe partite mi lasciava a casa a riposare. Ma non credevo gli mancasse fiducia in me, tutt’altro. CR7 deve metabolizzare che è meglio per lui giocare 40 partite da 8 in pagella, il suo standard, piuttosto che 50 sufficienti o poco più".
"Il bosniaco è forte, non si discute. Ma sono convinto che la Juve farà anche scelte diverse. Ma in generale non capisco la tendenza a prendere dall’estero giocatori a fine carriera. Ormai tutti hanno scouting adeguati per scommettere su giovani. E poi non vorrei che il campionato italiano diventasse il cimitero degli elefanti".