JUVENTUS SERIE A CAPELLO - È un Fabio Capello ciarliero quello che ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Tanti i temi trattati dall'ex allenatore della Juventus ai tempi del presunto scandalo di Calciopoli. Ecco le sue parole.
"Sono soddisfatto per la ripartenza degli allenamenti perché il calcio dà lavoro in Italia a centomila persone e perché, da sportivo, penso che lo scudetto si vince e si perde sul campo. Come Paese ne usciamo male? Con troppi proclami e protagonismo. E con tanta confusione. Ma senza direzione e concretezza. Non sappiamo ancora dove andare".
"Sì, se non cambiano le regole d’ingaggio del virus. Perciò ho proposto un torneo di 40 giorni in ritiro permanente, come ai mondiali. Dobbiamo sapere che, se tornano a casa da moglie, figli e amici, possono contagiarsi. La soluzione adottata dalla Germania sarebbe la soluzione ideale. Ma in Italia è tutto più difficile. Abbiamo un debole per le complicazioni. Temo gli infortuni più del virus. Hanno lavorato due mesi in casa con molti limiti, e adesso hanno voglia di entrare subito in forma. Il rischio muscolare è già alto negli allenamenti. Se si giocheranno tre partite a settimana, il recupero fisico tra una prestazione e l’altra è difficile".
"Le cinque sostituzioni favoriranno la Juventus solo se Lazio e Inter avranno molti infortuni. Le squadre di vertice hanno rincalzi di qualità, per far giocare un titolare venti minuti in meno. Lo slittamento delle coppe aiuta i bianconeri? In teoria sì, ma è la testa che fa la differenza, non il corpo. La testa a posto ce l’ha soprattutto la Lazio, che ha tenuto a Roma tutti i suoi giocatori".
"Moggi e Giraudo erano grandi dirigenti e abbiamo vinto sul campo. Calciopoli ci ha tolto scudetti che ha regalato ad altri. Calcio migliorato? Come può essere migliorato se la Juve ha vinto otto scudetti di seguito? Forse adesso torna un po’ di equilibrio. È mancato anche il Milan in questi anni".
"A me hanno chiesto tante volte di scrivere un libro, quando ero in Inghilterra. Mi hanno anche offerto cifre notevoli, ma ho sempre detto di no. Non mi piace leggere certe cose. Per me il calcio si gioca, non si racconta".