CHIESA MANCINI INTERVISTA - Che Federico Chiesa sia uno dei talenti più puri del nostro calcio, non lo si scopre certo oggi. Le potenzialità dell'ex Fiorentina, per il cui trasferimento la Juve ha pagato da subito dieci milioni, impegnadosi a versarne altri quaranta nelle casse viola, sono sotto gli occhi di tutti. É altresì innegabile che una doppietta come quella realizzata a San Siro abbia fatto sobbalzare dalla sedia anche chi, per primo, aveva visto nel figlio d'arte le stigmate del vero campione. Parliamo di Roberto Mancini, il CT della nazionale azzurra, il quale, intervistato dal Corriere dello Sport, incorona il gioiello del calcio azzurro. Non disdegnando paragoni, fino a qualche tempo fa ritenuti dai più inopportuni, col padre e con le sue gesta. Mancini è convinto: Federico è più completo del pur grande Enrico. Ecco le parole dell'ex Golden Boy blucerchiato.
"Enrico entrò alla Samp che era un ragazzino, si può dire che l’ho cresciuto. Ricordo che dopo una stagione in serie A lo prestammo al Modena e si mise a fare gol. Un altro anno a Cremona e quando rientrò era un giocatore formato, ce lo chiedevano tutti. Bravissimo anche come persona. Introverso? Il carattere del genovese, sempre corretto, serio. Lui e Federico sono diversi sia fisicamente, come struttura, sia tecnicamente, li trovo simili solo nell’ultimo tocco di preparazione al tiro. Enrico era una punta molto mobile, un attaccante, Federico è un esterno d’attacco, ha più corsa del padre. La Juve è un passaggio importante per lui, di crescita e completamento soprattutto sul piano mentale. Sarà importante per la Nazionale, con noi ha fatto sempre molto bene".