DYBALA INTERVISTA - Sarò il viso molto giovanile, sarà la Dybala Mask, sarà l'innegabile talento, ma sta di fatto che da sempre Paulo Dybala è uno degli idoli maggiormente acclamati dai tifosi più piccoli. Alcuni di questi, per un giorno, si sono "travestiti" da giornalisti intervistando il giocatore argentino nell'ambito del progetto Junior Reporter. Ecco quanto dichiarato dalla Joya ai suoi giovanissimi interlocutori.
"É stato un po' difficile venire in Italia così giovane. Io ero molto giovane e fare un viaggio così lungo non era semplice, però stavo seguendo la mia passione e mi piace quello che faccio sin da piccolo. Stavo seguendo il mio sogno e ho pensato a questo e alle cose positive che il mio sogno poteva portarmi. La mia prima squadra? Sono stato lì a lungo, ho avute tante esperienze positive e negative. Il ricordo più bello è l'esordio in prima squadra, il premio più bello per tanti anni di lavoro e sacrificio, in cui ho lottato per inseguire il mio sogno. Arrivare lì non era facile, ero molto orgoglioso per ciò che avevo fatto. Come andavo a scuola? In alcuni periodi andavo bene, altri male. C'è stato un periodo in cui sono andato molto bene, la mia famiglia era come il mister, mi spingeva tantissimo e dovevo dare delle risposte. Alla fine quando giocavo in prima squadra, è stato più difficile perché ero più impegnato nel calcio quindi perdevo tanto tempo ma ho cercato di dare il massimo perché la scuola è fondamentale per il futuro".
Io sono un appassionato dei gladiatori che nei momenti di difficoltà si mettevano la maschera. Così lo ho associato un po' alle mie partite di calcio. Alcune volte siamo in momenti di difficoltà, attraversiamo momenti difficile e in un momento complicato per me ho pensato a questo. Mi piaceva il messaggio che mandavo alla gente, non solo per chi gioca a calcio".
"Per fortuna ho vissuto tanti momenti belli. La mia prima esperienza è stata una finale vinta facendo un gol, abbiamo vinto tanto ed è difficile trovare un solo punto. L'arrivo alla Juve è stata un'emozione unica, indossare questa maglia, fare la prima conferenza stampa e presentarmi da giocare della Juve penso che sia stato uno dei momento più belli, al di là di quelli in campo. I traguardi spero siano ancora tanti, il prossimo sarà la finale che giocheremo a gennaio contro il Napoli in Supercoppa".
"Molto importante. C'è tanta responsabilità, lavoro ma sono orgoglioso di poter farlo. Da quando la Juve mi ha chiesto di indossare questo numero così importante per la storia di questo club, non è stato facile deciderlo perché sapevo cosa portava dietro ma al di là del numero, lo stemma davanti conta ancora di più ed è più difficile da portare perché dobbiamo essere pronti a dare il massimo per questa squadra".
"Sono due. Uno poter vincere la Champions, ovviamente con la Juve e l'altro poter vincere il Mondiale con l'Argentina".