FIORENTINA - Il ds della Fiorentina Daniele Pradè il giorno dopo l'ufficialità della cessione di Federico Chiesa alla Juve ha parlato in una conferenza stampa molto attesa. Nessun rimpianto, apparentemente. "Per noi è stata un'operazione ottima sia a livello economico che sportivo. Adesso ci siamo tolti questo peso: era una telenovela, si parlava solo di questo e non della squadra. Alla famiglia Commisso ho sempre detto che era giusto fare questa operazione. Loro lo avrebbero tenuto volentieri, ma per il papà di Chiesa noi siamo sempre stati considerati un veicolo per arrivare ad altre situazioni. Prima del Covid c'era l'interesse di club inglesi per Chiesa, ma lui voleva restare in Italia. La fascia di capitano nell'ultima gara di campionato? A posteriori posso dire che è stato un errore".
"Se mi aspettavo di ricavare di più da Chiesa? Potevamo farlo uscire solo così, bisogna essere creativi in questo momento. E se Chiesa non fosse andato via, avremmo comunque preso Callejon. Abbiamo provato a proporre a Chiesa alternative per farlo restare, ma quando vedi un muro totale diventa difficile. Non è stato un problema di soldi, il ragazzo non voleva rimanere. Abbiamo usato il pugno di ferro l’anno scorso, quest’anno abbiamo ottenuto quello che volevamo, alle condizioni di Commisso".
"Se ci fosse stata un’offerta congrua, anche Milenkovic e Pezzella sarebbero partiti. Adesso noi proveremo a rinnovare loro il contratto, altrimenti li cederemo. Per Pezzella abbiamo avuto solo l’offerta del Milan, un prestito, alle 18:30. Milik? Voleva rimanere dov’era, e alla fine lo ha ottenuto. Non ha detto no alla Fiorentina, ha detto no al mercato".