GARCIA NAPOLI MAZZARRI SERIE A- Come è difficile restare in testa. Già, perché in questo storico 14 novembre 2023 si certificano le complicazioni del mestiere di essere i primi della classe. Il Napoli, fresco vincitore della Serie A 2022/23, strabiliante nel gioco e nei risultati, naufraga dopo pochi mesi della stagione in corso, esonerando l'allenatore Garcia e richiamando Mazzarri dopo dieci anni. Non vincere logora, ma anche vincere sembra essere complicatissimo. A meno che...
Sembrerebbe un passo indietro enorme, faticosissimo. E, anche se è vero che soltanto il tempo potrà confermare i dubbi sulla solidità della scelta del patron De Laurentiis, pare evidente che in casa Napoli qualcosa si sia rotto. Sì, perché forse non è complicato il vincere, quanto il confermarsi.
Se i Partenopei, infatti, hanno conquistato la Serie A 2022/23 con pieno merito, giocando un calcio divertente, propositivo e dominante, è pur vero che il progetto di poter continuare a stare sulla cresta dell'onda pare essere naufragato nell'autunno della stagione 2023/24. Meno di sei mesi di scettro e il re abdica.
Un ritorno al passato che ha delle note inquietanti (anche se pare piuttosto chiaro che Mazzarri sarà un traghettatore prima dell'arrivo di un tecnico più blasonato a luglio 2024) e che il Napoli dovrà digerire alla svelta, per non rischiare di sprofondare nelle zone di metà classifica.
Trasformiamo leggermente il titolo del famoso best-seller di Paolo Giordano per cercare di capire cosa succede a chi vince.
Milan, Napoli, Inter. Tutte le squadre che si sono consacrate campioni della Serie A nel post-Juventus hanno ceduto il trono nella stagione successiva. Una maledizione? O la difficoltà di mantenere alte motivazioni e concentrazione? O, ancora, troppa pressione nata dalla volontà altrui di battere il più forte?
Forse un po' tutto questo. Sta di fatto che, dagli anni '90, soltanto tre squadre sono riuscite a confermarsi: Milan (dal 1991 al 1994), Juventus (1996/97-1997/98; 2001/02-2002/03; dal 2011 al 2020) e Inter (dal 2007 al 2010, rifiutandoci di citare tra gli Scudetti vinti sul campo quello del 2006). E, in questa speciale classifica, appare evidente il dominio della Vecchia Signora.
E allora parliamone. Parliamo della tanto criticata, noiosa, orizzontale Juventus. La squadra che tutti vorrebbero vedere sprofondare, fischiata e derisa nelle (poche) figuracce che si è trovata a gestire.
Eppure, e questo lo dicono i numeri, la più forte. La più vincente. La più abituata a vincere.
"Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta": il tanto criticato motto bianconero diventa la sintesi di una filosofia che porta a saper gestire la pressione, a sapere che la prima vittoria non è un traguardo, ma la partenza. A farsi domande quanto in una stagione non si arricchisce il J-Museum di alcun trofeo.
La Juve è la controtendenza dell'italico calcio alla fatica della conferma. E, ci spiace per gli altri, ma a noi piace così. In attesa della prossima, lunghissima, vittoria.
Martino Cardani