Buffon: "Calciopoli? Ci sorrido su. Ho ancora quelle medaglie"

4 Dicembre 2024
- di
Redazione JN
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Tempo di lettura: 2 minuti

JUVENTUS BUFFON INTERVISTA - Gianluigi Buffon si è raccontato in una lunga intervista concessa a Juventibus, ripercorrendo alcune delle tappe più importanti della sua carriera. Tra i tanti temi toccati, anche Calciopoli, la Serie B e la presunta lite durante l'intervallo della finale di Champions League 2016/17.

Juventus, le parole di Buffon

Sullo stare in uno spogliatoio

Non facendo uno sport individuale il poter condividere è sempre stato fondamentale, la cosa che ho messo quasi al primo posto. Sapere di poter soffrire e gioire intensamente abbracciando determinati compagni, per me quello era fondamentale, sentirmi parte di una storia, di un viaggio". 

Su cosa significa giocare nella Juventus

"Essere Juventus significa fare parte e rappresentare la parte più numerosa del popolo italiano, significa avere delle responsabilità superiori alla media".

La volontà di restare in Serie B

"Molto speciale e bella, uno dei motivi che mi han fatto fare una scelta che ha condizionato la mia carriera. Avevo 28 anni era il periodo migliore per un portiere professionista. L'ho fatto perché, senza pensarci tanto, sentivo fosse la scelta giusta e che guardandomi allo specchio mi sarei rispettato. Avevo capito che la Juve aveva bisogno e per me è stato un piacere. A Secco dissi: "Se volete rimango e mi potete togliere il 15% dello stipendio". Si doveva sgombrare il campo da equivoci, mi tolgo i soldi a me non frega nulla, lo faccio per la gente, perché credo sia giusto. Vi dimostro con i fatti che la riconoscenza c'è".

Calciopoli

"Mi sono sempre concentrato su quello che ha detto il campo, il fatto che quei campionati, che sono stati oggetto di discussione, li ho vissuti come protagonista e con i miei compagni come squadra da battere. Ho ancora quelle medaglie, io ci sorrido sopra, io so quello che è successo in campo e chi ha meritato ed è stato più bravo".

La presunta lite durante la finale di Champions League 2016/17

"Una leggenda metropolitana che fa anche male, dà il senso di un gruppo che perde la testa e quindi anche il rispetto reciproco. La verità è che non è successo nulla, se non quello che accade negli spogliatoi. Il mister che parla, noi che ci carichiamo e basta. Neanche un momento in cui uno abbia alzato la voce, io ero capitano e questo mi fece male doppiamente è uno sciacallaggio inutile. Una cosa che non meritavamo per il gruppo che eravamo, ma in quel momento non hai armi per controbattere".

Su Tevez

"Mi ha emozionato come pochi, non c'entra essere dei bravi giocatori o dei campioni, c'entra quanto tu incidi nella squadra e tu lo fai con comportamenti, contano cose che non si vedono. Faceva una rincorsa che poteva sembrare stupida ma per i compagni era un segnale, una scossa che galvanizzava tutti".

Il rapporto con Antonio Conte

"Conte per me è qualcosa di speciale, prima il mio capitano alla Juve e poi allenatore. La persona che ha saputo rinfrescare in me cos significasse rappresentare la Juve una cosa anche avevamo perso e il suo arrivo ha significato questo. Mi ha fatto tornare cattiveria e voglia di primeggiare che si era fermato. Ti spinge fino al limite, limite che non pensavi di avere. Grazie a lui, ha dato senso alla mia scelta di restare alla Juve in Serie B".

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