JUVENTUS KULUSEVSKI - C'è modo e modo di adattarsi ad una grande piazza come quella juventina. Andando a ritroso di anni, ma di tanti anni, uno come Ian Rush, implacabile bomber del Liverpool degli anni '80, non riuscì mai ad imporsi a Torino. Lo stesso Zinedine Zidane, uno dei più grandi giocatori della storia bianconera, impiegò tre mesi per iniziare a far vedere parte del suo sconfinato bagaglio tecnico. Dejan Kulusevski, invece, è storia diversa. Il calciatore svedese di origini macedoni, acquistato dalla Juve con sei mesi di anticipo con un investimento superiore ai 35 milioni, aveva addosso gli occhi di tutti. Nella parte rimanente della stagione 2019-20, il talento ex Parma aveva già mostrato di non volersi accontentare. Sarebbe stato facile risparmiare gambe e fiato in vista della nuova stagione, ma Kulusevski, al contrario, ha continuato a stupire. Pur essendo inserito in un contesto, quello parmense, con pochi obiettivi di classifica.
Del resto lo si era capito già dalle primissime uscite di che pasta fosse fatto Kulusevski: gol all'esordio contro la Sampdoria. La sfrontatezza, che mai è sfociata in arroganza, del calciatore svedese, sembra quasi un suo marchio di fabbrica. La consapevolezza di essere un giocatore con dei numeri importanti, unita all'innegabile duttilità tattica sul fronte offensivo, hanno fatto subito di Dejan una pedina importante per Andrea Pirlo. Come sottolineato da La Gazzetta dello Sport in edicola stamane, Kulusevski rappresenta un autentico tesoro per questa Juve. E come tale andrebbe gestito, per tirar fuori il meglio dal ragazzo. Con all'attivo già sei presenze in campionato - di cui quattro dal 1', ndr - e con due reti siglate in Serie A, Kulusevski sta dimostrando di essere molto utile anche partendo dalla panchina, come accaduto contro il Verona.
Il quotidiano milanese pone l'accento sulla grande mentalità già mostrata dal calciatore in questi pochi mesi in bianconero. Si dice spesso che si è campioni innanzitutto nella testa, e Kulusevski certamente lo è. Lo svedese è consapevole di poter arrivare ad essere un punto fermo della Juve anche grazie alla sua disponibilità a coprire vari ruoli. Può giocare infatti esterno, indifferentemente a destra o a sinistra, o giostrare da trequartista alle spalle del Moraldo. A lui non cambia molto, tutto sommato. Quando si hanno i numeri e quando la concentrazione è sempre massima, nessuna collocazione tattica è preclusa. E nessun traguardo appare irraggiungibile.