MILAN JUVENTUS PAGELLE - Un tempo Milan-Juventus era lo spot del calcio italiano. Il più ammirato del mondo. Oggi, al Meazza, viene fuori una partita ricca di errori tecnici, giocata da due squadre volonterose, ma che hanno messo in mostra i propri limiti. I bianconeri di Allegri, comunque, espugnano il Meazza e ottengono 3 punti fondamentali nella Serie A 2023/24. Ecco i voti nelle pagelle della redazione di JuNews.it.
SZCZESNY, 6.5- La Juventus fatica a contenere, nel primo tempo, alcune folate del Milan. A dirla tutta i rossoneri non creano grandissime occasioni da rete e, quando lo fanno, il portiere bianconero è attento a deviare il tentativo pericolo di Giroud. Conferma una delle sue qualità, cioè quella di restare assolutamente in partita. CONCENTRATO.
GATTI, 6.5- Concentrato nella marcatura a Leao. Bravo a mettere il fisico, anche senza fare particolari complimenti, nel limitare l'esterno portoghese del Milan. Ricorda giocatori di altri tempi, baluardi della maglietta e della squadra. MASTINO.
(HUJSEN, S.V.).
BREMER, 6.5- Partita solida e rocciosa del centrale della Juventus, che controlla Giroud e gli avanti del Milan. Facilitata, certamente, dall'espulsione di Thiaw e dall'uscita di Pulisic, si impegna per non fare notare l'assenza di capitan Danilo. DECISO.
RUGANI, 6- Gioca al Meazza una partita certamente non semplice dal punto di vista tecnico e mentale. Non sfigura, mantenendo la posizione e facendo il suo nella linea difensiva. ATTENTO.
WEAH, 5- Primo tempo sottotono, secondo tempo peggio. Con il Milan in 10 uomini bisognerebbe osare di più, mentre l'esterno bianconero appare timido e impreciso in fase offensiva e insicuro in fase difensiva. Spreca, a 10 minuti dalla fine, una ripartenza ghiotta per lo 0-2, servendo Vlahovic arretrato e corto. C'è da migliorare. TIMIDO.
(MIRETTI, S.V.).
MCKENNIE, 5.5- Sprazzi di quello che, con il Milan in 10, si dovrebbe vedere. Prova qualche inserimento, ma è impreciso. Tornato a giocare nella porzione centrale del campo, il "Maghetto" gioca una partita di sostanza, meno di qualità. Che, però, è proprio che servirebbe ai bianconeri. SOTTOTONO.
LOCATELLI, 6.5- Mezzo voto in più per il tiro che, deviato, sblocca una partita difficile. In regia fatica, non tanto per visione di gioco (positiva), quanto per velocità di esecuzione. Essersi sbloccato avendo, parzialmente, ritrovato la sua vena di giocatore di inserimento, non può che giovare al centrocampista della Vecchia Signora. Le lacrime, a fine partita, dimostrano l'attaccamento. DECISIVO.
RABIOT, 6- Lotta, come sempre. Combatte e prova a spingere, mancando però della consueta lucidità fisica e tecnica in fase offensiva. Resa, tuttavia, clamorosamente importante nel centrocampo bianconero. PERNO.
KOSTIC, 6- Difende in modo ordinato e attacca quando può. Spinge sulla fascia e dà spesso l'impressione di poter trovare lo spunto vincente per uno degli attaccanti. Una pecca? Troppi i cross che vanno finire sul muro dei difensori rossoneri. VOLONTEROSO.
(CAMBIASO, 6.5- Entra in campo per sostituire Kostic e gioca con personalità. Copre e, quando può, non disdegna di attaccare. Uno dei pochi a puntare i difensori del Milan. Riuscendo, tra l'altro, a servire qualche palla interessante. PROPOSITIVO).
MILIK, 5- Troppo poco. Anche rispetto a quanto fatto nel primo tempo insieme a Kean. Nella ripresa, con il Milan in 10 uomini, fatica a emergere. Vero che, forse, la squadra non lo aiuta, ma da un giocatore del suo calibro ci si aspetta di più. SPENTO.
(CHIESA, S.V.).
KEAN, 6.5- Ci prova. Buona la prestazione fisica, buona la voglia. Gran contributo in fase di movimento offensivo, un paio di occasioni verso la porta di Mirante. Suo lo spunto per l'espulsione di Thiaw. Avrebbe meritato, forse, di restare in campo. POSITIVO.
(VLAHOVIC, 6.5- Ci mette voglia e impegno. Nel finale, con il Milan stanco, trova anche lo spazio e il tempo per due grandi occasioni. Dà l'impressione di essere fondamentale per l'attacco e l'incisività della Juventus. VELENOSO).
ALLEGRI, 5- Il risultato conta, eccome. Eppure contro un Milan non certo in gran serata e, per di più, in dieci uomini per più di un tempo, la Juventus può e deve fare di più. Troppo poco quello creato dai bianconeri, figlio di un atteggiamento attendista e di squadra che si accontenta del minimo vantaggio.