Che fine ha fatto la Juventus di gennaio 2024?

4 Marzo 2024
- di
Redazione JN
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Massimiliano Allegri nuova era Juventus corto muso
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus di Massimiliano Allegri ha iniziato il 2024 con una vittoria schiacciante contro la Salernitana in Coppa Italia, segnando sei gol e mostrando un gioco brillante e spettacolare. Risultato che è stato avvicinato anche ai quarti della della stessa competizione, con cinque reti segnate al Frosinone. In campionato la ‘manita’ e oltre non si è verificata, ma neppure ci sono state altre vittorie per 1-0 tipiche dell’era Allegri sulla panchina della ‘Vecchia Signora’. Che sia arrivato il momento di dire addio al 'corto muso"?

Era una domanda che ci facevamo a fine gennaio e a cui seguiva l'analisi che riportavamo qua sotto dal titolo: "Nuova era Allegri: addio corto muso, spazio a giovani e novità". Ma adesso ci chiediamo: che fine ha fatto questa Juventus?

La Juventus del 2024: nuova visione di gioco e freschezza generazionale

Il 2024 sembra aver portato area di cambiamento in casa bianconera. La Juventus, insieme al suo tecnico, sembra intenzionata a cambiare il suo volto, abbandonando la filosofia del "corto muso" che ha caratterizzato le ultime stagioni di Allegri, e puntando su un gioco più fluido, creativo e offensivo.

Il "corto muso" è una metafora usata dal tecnico livornese, amante e appassionato di ippica, per indicare la sua tendenza a vincere le partite con un margine minimo di vantaggio, senza curarsi troppo dello spettacolo. Una strategia che ha anche suscitato critiche e polemiche da parte di chi ha accusato la squadra di essere troppo difensiva, noiosa e prevedibile.

Allegri, però, sembra però aver deciso di abbandonare questa filosofia ed essersi imposto di  cambiare registro. E, per farlo, ha deciso di dare spazio ai giovani e alle novità, che stanno portando freschezza, fantasia e qualità alla sua rosa.

Yildiz: il gioiello turco del calcio juventino

Tra i giovani che si stanno mettendo in mostra, spicca il nome di Yildiz, classe 2003, nato a Regensburg, Germania, ma di nazionalità turca, arrivato a Torino a costo zero dalla cantera del Bayern Monaco. Fin dalle giovanili al Bayern, dove è arrivato all’età di sette anni, è emerso per il suo talento cristallino, tanto da attirare su di sé l'attenzione non solo dei talent scout, ma anche degli sponsor. 

Fin da quando ha mosso i primi passi in campo è stato impiegato come la più classica delle seconde punte. La sua capacità di impiegare con precisione sia il piede destro che quello sinistro gli permettono di muoversi bene su entrambe le fasce se inserito in un 4-3-3. Questa dote lo fa adattare bene anche al gioco di Massimiliano Allegri, dove viene impiegato davanti con un solo compagno a fargli da spalla. Quello che colpisce è la sua duttilità, che ha spinto il tecnico dei bianconeri a provarlo anche come mezzala nel corso del ritiro pre season negli USA. 

La rinascita della vecchia guardia

Ma non solo i giovani sono le novità di questa nuova era Allegri. Anche alcuni giocatori più esperti stanno vivendo una seconda giovinezza, grazie al cambio di modulo e di mentalità del tecnico. Tra questi, spiccano i nomi di Dusan Vlahovic, che dopo un periodo di disorientamento e di magra arrivato sulla coda del 2023, sembra adesso aver ritrovato il fiuto per il gol che tanto serviva ai bianconeri. 

Per non parlare di Weston McKennie, rientrato dal prestito e che veniva dato per partente in estate. In questa fase di campionato sembra vivere la sua seconda primavera. Lo evidenziano le prestazioni in campo e i numeri. È ormai un titolare fisso e in 20 gare di campionato giocate in questa stagione ha collezionato 3 assist, uno dei quali sarebbe stato gol se Vlahovic non ci avesse messo lo zampino. Potrebbero non sembrare grandi numeri,  ma lo sono se si pensa che lo stesso numero di assist li ha fatti registrare nei precedenti 70 impegni in Serie A con la maglia bianconera. 

I meriti di McKennie non si limitano al campo. Lo statunitense sembra essere diventato il mattatore dello spogliatoio, colui che porta quel pizzico di leggerezza che non fa mai male. I video dimostrano che è stato anche il primo ad accogliere Djalò al suo primo allenamento alla Continassa. 

Non vanno però dimenticati gli altri uomini cardine della rosa bianconera: Danilo e Rabiot. Il capitano e il suo vice guidano la squadra e i rispettivi reparti, che anche nei giorni del ‘corto muso’ si sono fatti valere e che raramente hanno sbagliato in questo avvio di stagione. Il contributo del brasiliano e del francese si respira fuori e dentro dal campo. 

Crescita collettiva e approccio tattico rinnovato

Ma cosa ha fatto scattare questo cambiamento alla Juventus? Forse la risposta ce l’ha data lo stesso Allegri nell'intervista rilasciata ai microfoni di DAZN al termine della sfida di Serie A con il Lecce:

“Quando sono tornato alla Juve il primo anno c’è stato un pizzico di presunzione di poter vincere subito. Siamo cresciuti tutti insieme dal 2021. Stiamo lavorando, cerchiamo di fare il meglio possibile. Di muoverci meglio all'interno del campo, occupando i posti giusti. Smarcarsi è fondamentale, come il controllo. Ora i ragazzi stanno facendo molto bene questo". 

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