PAGELLE FIORENTINA JUVENTUS- Una Juventus "da trincea" batte la Fiorentina a domicilio (0-1 con gol di Miretti) e si tiene aggrappata all'Inter. I bianconeri, pur non disputando una partita all'insegna del bel gioco, sono stati terribilmente solidi in fase difensiva. Ecco i voti bianconeri nelle pagelle.
SZCZESNY, 7.5- Attento, sicuro. Due parate di grandissimo livello nel primo tempo e, in generale, atteggiamento più che positivo durante tutta la prima frazione, di sofferenza. MURO.
BREMER, 8- Sicuro in fase di marcatura e impostazione, bravo anche nei recuperi in quelle poche volte in cui gli avanti viola riescono a sfuggire alle preventive. Guida la difesa con sicurezza da veterano. Ogni pallone in area è suo, sembra voler ricordare azione viola: "Di qui non si passa". MOSTRUOSO.
RUGANI, 7.5- Bravo in fase difensiva, fatica in quella di impostazione, complice una posizione in campo che non lo avvantaggia e un avversario diretto (Nico Gonzalez) furbo e scaltro nel testarlo tecnicamente e tatticamente. Fa un salvataggio, al minuto 78, su cross di Sottil, che vale un gol. SOLIDO.
GATTI, 6.5- Tra i tre della linea difensiva bianconera è, in serata, il più impreciso. Soprattutto nel primo tempo, quando sbaglia un paio di valutazioni che avrebbero potuto costare caro. Dentro l'area è, comunque, una sicurezza per fisicità e tempismo. RUVIDO.
KOSTIC, 7- Prestazione di altissimo livello di Kostic che, oltre a fornire l'assist per il gol di Miretti, si sacrifica con grande qualità in fase difensiva. Quando riesce a mettere tecnica e fisico in campo, si conferma uno degli esterni più completi e interessanti della Serie A. LEONE.
MIRETTI, 7- Trova, finalmente, il primo gol in Serie A. Oltre al bellissimo inserimento con cui sblocca una partita terribilmente complicata per i bianconeri gioca con personalità e idee. Ottimo in fase di interdizione, bravissimo in quella di ripartenza e di impostazione, con un paio di lanci illuminanti veramente notevoli. ISPIRATO.
(CAMBIASO, 6.5- In mezzo alla statica, organizzatissima e statuaria resistenza della Juventus, lui è lo splendido creatore di confusione. Corsa, trance agonistica e voglia di vincere. Confusionario, ma nel senso costruttivo del termine. TARANTOLATO).
RABIOT, 6.5- La Juve imposta la partita sulla sofferenza. Fisica e mentale. Per poi provare a ripartire con grande corsa. Corsa, sacrificio, fisico e tecnica. Il pane di Adrien. Lui si adegua, gioca una partita da vero interditore e lotta su ogni pallone. Unica pecca? Avrebbe forse potuto sfruttare di più la sua falcata. LOTTATORE.
LOCATELLI, 6- Guida la resistenza bianconera al Franchi con lucidità e quel pizzico di agonismo in più che serve per arginare l'assedio dei gigliati. Ha poche occasioni per abbandonare la sua zolla nella trequarti "di casa", dove protegge difensori e Szczesny. BALUARDO.
MCKENNIE, 6.5- Lampi da 7 ma, nel complesso, una partita da "più che sufficiente". Mette il fisico e la voglia di lottare al servizio della Juve e non si sottrae a qualche scorribanda offensiva interessante. CORSARO.
CHIESA, 6- Fa quello che può in una partita nella quale viene servito decisamente poco. Con un paio di strappi a inizio ripresa prova a fare male alla squadra della sua infanzia. Si sacrifica molto, corre e si adatta alla trincea bianconera. SACRIFICATO.
(MILIK, 6.5- Entra per tenere palla e provare a colpire una Fiorentina sbilanciata. Fa entrambe le cose nel modo migliore che la squadra può offrire in una serata come questa. UTILE).
KEAN, 6.5- Allegri gli chiede una partita fisica e di ripartenza. Lui si applica e fa entrambe le cose. Poco assistito dalla squadra, lotta e dà una mano. Offre, inoltre, un paio di movimenti da grande attaccante. A DISPOSIZIONE.
(VLAHOVIC, S.V.: non per colpa sua, ma per il ruolo impossibile che gli viene chiesto).
ALLEGRI, 7- La Juventus non è bella. Vero. Soffre. Vero. Fa venire un infarto ai suoi tifosi. Vero anche questo. Vince a Firenze mostrando una difesa da "BBC" e allunga sul Milan. Per lo spettacolo, ripassare. Per l'efficacia di un gruppo che vuole vincere a tutti i costi, ci vediamo alla Continassa.
Martino Cardani