Due semifinaliste di Champions League, due semifinaliste di Europa League, una semifinalista di Europa League. I dati del cammino europeo delle squadre d'Italia disegnano uno scenario quasi idilliaco per il Bel Paese. Quasi fossimo tornati ai fasti, ormai lontanissimi, di fine millennio scorso. Dove sta la realtà? Alla latina, nel mezzo, o pende a favore di uno dei due estremi, tra chi pensa che il nostro calcio sia guarito e chi, invece, ne sottolinea gli enormi limiti rispetto all'Europa? Inter Juventus potrebbe aiutarci in una presa di posizione (o di coscienza).
0-1. Tanta tensione (più fuori dal campo che in campo), qualche contrasto duro e poco, pochissimo spettacolo.
Non se la prendano i tifosi nerazzurri che, giustamente, staranno celebrando la vittoria ben soddisfatti del gol in avvio e della solida difesa. Non se la prendano i tifosi della Juventus che, loro malgrado, sono stati costretti a vedere uno spettacolo tutt'altro che esaltante da parte dei propri beniamini.
Inter Juventus è stata questa: una gara tattica e chiusa in cui una squadra ha dimostrato di essere "più squadra" dell'altra e ha vinto grazie a organizzazione e un pizzico di voglia in più. La Juventus di ieri sera meritava di essere travolta, eppure non è stato così. L'Inter le ha permesso di stare in partita fino all'ultimo: buon per i meneghini che i bianconeri si siano esclusi da soli dalla Coppa Italia, non spaventando praticamente mai Onana.
Uno spettacolo non all'altezza delle aspettative (e del prezzo) dei tanti, tantissimi accorsi al Meazza per godersi il Derby d'Italia. Giocato per non perdere e per difendere un risultato acquisito. L'Inter ha vinto, ma non ha convinto e la Juventus ha perso, dimostrandosi ben più fragile e priva di idee di quanto ci aspettassimo.
Quasi in contemporanea alla chiusa (per non dire di peggio) Inter-Juventus andava in scena Manchester City-Arsenal. 4-1 per i Citiziens, per completezza di informazioni, ma poco importa il risultato. Quello che conta è il tipo di gioco espresso. Le due squadre inglesi hanno corso, lottato, giocando a viso aperto e divertendo un pubblico accorso in massa allo stadio per la gara forse decisiva della Premier 2022. Il City ha annichilito l'Arsenal e l'ha fatto entusiasmando per intensità, qualità, voglia.
Certo, in Premier le squadre possono spendere una marea di soldi e comprare giocatori migliori. Verissimo. Quello che non si può comprare, però, è l'entusiasmo di giocare a pallone. Divertendosi e divertendo. E questo, non solo al Meazza ma spesso in tutta la Serie A, pare mancare.
Derby di Milano in semifinale di Champions? La Juventus che sfida il Siviglia nel salotto della propria casa (l'Europa League)? La Roma alla caccia della seconda finale continentale consecutiva? La Fiorentina candidata principale per la Conference League? Ottimo, per visibilità, possibilità economiche e possibile entusiasmo dei tifosi.
Non facciamoci però ingannare. Il calcio italiano non è magicamente guarito. L'eterno scontro, tipicamente nazionale, tra "giochisti" e "risultatisti", potrebbe aver raggiunto un altro livello. In Italia si gioca per vincere, è vero: siamo sicuri, tuttavia, che a vincere non sia spesso la noia, snaturando il primo e principale scopo del calcio?
Inter-Juventus è stata lo specchio di questa tendenza che, speriamo, possa concludersi con diversi approcci tattici e di intensità alle partite. Perché vincere è l'unica cosa che conta, ma anche tenersi stretti i tanti patiti di questo meraviglioso sport potrebbe essere un traguardo da conseguire.
Martino Cardani