Raspadori: "Non posso negare di essere contento che si faccia il mio nome per un trasferimento alla Juve"

22 Aprile 2022
- di
Redazione JN
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CALCIOMERCATO JUVENTUS RASPADORI INTERVISTA - Non è più un segreto il fatto che la Juventus stia osservando e valutando l’opzione Giacomo Raspadori. Il giovane talento del Sassuolo,nella settimana del match contro i bianconeri, ne ha parlato, in prima persona, a La Gazzetta dello Sport. 

Le parole di Raspadori

Giacomo, cosa significa avere la testa giusta?

"Affrontare le cose con equilibrio. Cerco di fare tutto nel modo appropriato. E poi rimanere se stessi sempre. Così sei pronto ad affrontare qualunque situazione".

Lei è veramente forte o stiamo esagerando?

"Domanda difficile, io non devo dare un valore a me stesso. Di sicuro grazie al Sassuolo sono consapevole dei miei mezzi. Io penso a divertirmi e uso tutta la mia energia in campo. Sono un leader silenzioso, trasmetto la carica ai compagni con il mio atteggiamento, non mollo mai. Per un giovane è facile essere esaltato dopo qualche partita, ma è solo l’inizio di un percorso. Ecco perché serve equilibrio".

Calciomercato, Raspadori sull'interesse della Juventus

"Lunedì sera prendo la maglia di Dybala? Ce l’ho già, insieme a quelle di Ronaldo e Chiellini. Stavolta tocca a Leo (Bonucci, ndr)". 

L’interesse della Juve la inorgoglisce?

"Assolutamente sì. Non posso negare di essere contento che si faccia il mio nome per un trasferimento alla Juve o ad altri grandi club. La mia ambizione è arrivare a giocare lì, a quel livello. E se ci riuscirò sarà merito del Sassuolo, società che mi ha fatto crescere sotto ogni aspetto".

Giovanni Carnevali, a.d. del Sassuolo, ha detto alla Gazzetta: "Giacomo è il giocatore ideale per la Juve: per intelligenza umana e calcistica non mi priverei mai di lui".

"Lo ringrazio. Sono parole che fanno tanto piacere e mi rappresentano perché grazie alla mia famiglia ho messo sempre davanti a tutto le qualità umane, il rispetto, i valori. Papà Michele e mamma Roberta mi hanno insegnato che il talento serve, ma da solo non porta a nulla: sono le doti morali a fare la differenza. In famiglia nessuno ha messo pressione a me e mio fratello Enrico che è più grande e gioca in Eccellenza. Devo molto a loro e alla mia fidanzata Elisa".

Lei è considerato il possibile erede di Dybala alla Juve, ovviamente con caratteristiche diverse. Cosa avete in comune?

"È un motivo di orgoglio essere accostato a lui e che si pensi a me come suo erede. Paulo ha una qualità impressionante. In comune abbiamo il gusto e la tendenza a legare il gioco. Dietro al centravanti lui è bravissimo e anche io mi trovo molto bene: alle spalle di Scamacca cerco spazi invitanti e mi diverto. Sono cresciuto come centravanti e mi piace ancora fare il 9, però in questo ruolo sono al centro del gioco".

Alla Juve e negli altri grandi club il posto fisso non esiste. Sarebbe un problema?

"No, guadagnarsi le cose giorno dopo giorno mi piace. Non ho mai dato nulla per scontato. Amo faticare per raggiungere le cose".

Chiellini, Bonucci e Locatelli le hanno detto qualcosa?

"Qualche battuta la fanno, ci sta. Ma non mi chieda quali… Con i compagni di Nazionale più esperti parlo molto, chiedo consigli e cerco di imparare. A Coverciano vado presto in palestra, ma Giorgio e Leo sono lì sempre prima di me. Allora capisci perché sono arrivati in alto, cosa difficile, e ci sono rimasti per tantissimi anni, cosa difficilissima".

La Champions ha altri ritmi. Si sente pronto?

"Guardandola in tv ti accorgi della differenza. Ed è quella la manifestazione che ambisco a giocare. Io mi sento pronto per velocità di pensiero e se la testa va veloce ci metti meno ad adattarti ai ritmi e all’intensità".

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