JUVENTUS SZCZESNY PIRLO - Nel diverso modo di intendere il calcio che mister Pirlo sta provando a trasmettere ai suoi ragazzi, non c'è solo la rinnovata duttilità dei moduli e le camaleontiche modifiche in corso d'opera. Stanno cambiando anche i compiti che ogni singolo giocatore deve "svolgere" in campo. Ma se per certi versi è facile immaginare od ipotizzare che un esterno basso debba salire di più in fase di costruzione, o che un centrale di centrocampo debba abbassarsi quando sale la mezzala, è curioso constatare come anche il ruolo del portiere stia cambiando. Già nel match contro la Sampdoria, ma soprattutto nell'incontro di domenica contro la Roma, abbiamo potuto ammirare Szczesny nelle vesti di primo costruttore dell'azione. In taluni frangenti si è visto addirittura Bonucci alle sue spalle mentre il portiere polacco smistava il pallone verso McKennie o Rabiot. Che per l'occasione erano i centrali di riferimento a centrocampo.
L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport pone l'accento sulla trasformazione dei compiti affidati all'ex Roma nella gestione Pirlo. Il numero di palloni toccati da Szczesny con i piedi nel match con la Roma è sensibilmente maggiore della media registrata lo scorso anno. Nella nuova filosofia della costruzione dal basso - che ha i suoi alfieri più convinti, in Italia, in Gattuso e De Zerbi, ndr - la possibilità di usare l'estremo difensore come primo playmaker basso per far partire l'azione, sta diventando imprescindibile. Certo, il polacco non può essere considerato ancora tra i migliori al mondo nell'abilità tecnica con i piedi. Ma a 30 anni si può ancora migliorare. Soprattutto se, come raccontano i giornalisti che hanno visto gli allenamenti della nazionale polacca, spesso Szczesny si diletta a giocare da difensore centrale. Un buon viatico per rendere al meglio come libero aggiunto nella Juve di Pirlo.
