LAZIO JUVENTUS IMMOBILE - Come già accaduto in occasione del match col Napoli, poi non disputato, la Juve si trova ad affrontare ancora una volta un'avversaria alle prese con problemi legati al Covid-19. E alla corretta applicazione del Protocollo stilato da CTS e FIGC. Il caso della Lazio risulta ancor più intricato, se possibile, di quello legato alla vicenda della ASL campana. Parte della questione ruota attorno alla positività del centravanti biancoceleste Ciro Immobile. Ma sta facendo scalpore soprattutto la mancata comunicazione dei giocatori positivi che la Lazio avrebbe dovuto fare all' Autorità sanitaria di competenza. La Gazzetta dello Sport in edicola fa il punto della situazione. Sottolineando anche la posizione, che si è fatta delicata, del club capitolino.
La Rosea ha ricostruito l'intera vicenda, sulla quale comunque c'è odore di continui aggiornamenti e colpi di scena: il club capitolino avrebbe avuto solamente contatti telefonici con la ASL di competenza, senza che ci fosse una successiva comunicazione formale dei giocatori positivi. Com'è noto, in Italia vige l'obbligo di informare l'autorità sanitaria locale della positività dei soggetti coinvolti. Questo passo è necessario per consentire alla ASL una corretta mappatura della zona e dei soggetti entrati in contatto con i giocatori positivi. La Lazio si starebbe difendendo sostenendo la tesi della non contagiosità di Immobile, Leiva e Strakosha. Tutto ruota attorno al Gene N e alla positività debole riscontrata sui calciatori.
Entrando nello specificità del caso legato a Ciro Immobile, l'attaccante ad una settimana di distanza è stato trovato positivo per due volte: il 26 ottobre e il 2 novembre. In mezzo ha però giocato la partita contro il Torino, entrando nel secondo tempo. La Lazio si è infatti sentita autorizzata a liberare il giocatore grazie al doppio tampone negativo del 30 e del 31 ottobre. Questi ultimi esami, da cui sarebbe emersa una positività debole, sono stati effettuati dal laboratorio di Avellino di cui si serve la Lazio. Se però questi esami sono stati sufficienti per far scendere in campo il bomber campano contro i granata, difficilmente saranno validi per consentire allo stesso di giocare il match con la Juve. Nonostante la socieà capitolina, anche per bocca del suo DS Tare, sostenga con decisione la correttezza della sua condotta.
La linea scelta dalla Lazio infatti non sembra avere riscontro in sede scientifica, come subito specificato da Giovannella Baggio, scienziata del CTS. La quale ha rilasciato le seguenti dichiarazioni. "Nelle nostre linee guida non c’è distinzione tra debolmente positivo e positivo. Se da un tampone molecolare emerge una positività, di qualsiasi livello, il paziente è positivo e va isolato per 10 giorni": queste le parole riportate da La Gazzetta dello Sport all'interno. Si profila dunque una battaglia, che potrebbe avere anche degli strasichi legali, in merito all'intera vicenda.